Ci siano pure scuole di partito o scuole
di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve
tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola
di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in
quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia
e della libertà, cioè nella scuola di partito.
Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in
due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo
esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque
molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il
fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata
non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le
scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito.
Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in
scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto,
torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che
sono pericolosissime... Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci
sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però
formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in
sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in
alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una
larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e
per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che
le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa
resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è
stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta
un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole
pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e
comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le
scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure
cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di
privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a
queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato.
E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei
premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli
invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole
private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio.
Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito
dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in
scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la
prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo
convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è
la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina.
L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di
Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci.
Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle
scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino
insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli
esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è
il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico"
Piero Calamandrei - discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950